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venerdì 22 luglio 2011

LAMA...o l'ama?!?!?

Ieri pomeriggio abbiamo accompagnato il piccolo Frantoio a visitare con i suoi amici dell'asilo nido un angolo di mondo molto speciale. Dopo aver ricevuto nel corso dell'anno la visita di svariati animali (probabilmente ora tutti in terapia) hanno concluso la loro esperienza con una visita in fattoria. E fin qui niente di nuovo...se non fosse per il fatto che la fattoria scelta quest'anno è stata una scoperta bellissima anche per i grandi. Nelle nostre passeggiate verso Deggia, una frazione molto pittoresca del nostro paese lontana dal mondo frenetico quanto basta, abbiamo visto spesso gli alpaka e i lama passeggiare indisturbati nel loro prato, ma ci siamo sempre limitati ad ammirarli da lontano.

Non sapevamo che ci sono anche altri animali speciali. Speciali non solo per le loro caratteristiche, ma soprattutto perchè sono amati dai loro amici umani. La cura si vede dalle piccole cose: da come gli animali seguono con gli occhi chi li accudisce, da come rispondono alle le richieste gentili (non gli ordini) di avvicinarsi, da come sono morbidi e puliti. Una pecora con una zampa rotta debitamente fasciata, portata in braccio come un bambino da un luogo ombroso alla stalla.
Niente di strabiliante, niente di straordinario; ma forse con i tempi che corrono non è male ricordare che con gli animali si può convivere e che non sempre usare le risorse che ci donano significa sfruttare.  
 Frantoio e Brugola hanno rischiato di sgusciare fuori dalla loro pelle per l'emozione di veder gli animali da vicino e di poterli coccolare.
Non ho nemmeno una foto dei lama, ma vi mostro alcuni splendidi ospiti della fattoria a partire dall'alpaka di cui mi sono innamorata follemente...forse per affinità di pettinature (e se dite di no è solo perchè non mi avete mai vista appena sveglia).


Per finire vi lascio con un indovinello: secondo voi a cosa serve questa struttura dall'aspetto alieno che si trova in un prato vicino alla fattoria? Usate la fantasia e vediamo se qualcuno ne ha abbastanza!!!

mercoledì 20 luglio 2011

"La compagnia dei teatranti"

Ieri sera prima di addormentarmi mi sono riappacificata con questo libro e ho potuto domire sogni tranquilli perchè il groviglio di idee che mi riempiva la testa si è finalmente dipanato e ho potuto farne un'ordinata matassa da mettere sotto il cuscino. Naturalmente con un titolo simile non potevo lasciarmelo scappare quando il libraio ce lo ha presentato per la biblioteca: un libretto agile di un centinaio di pagine, che parla di teatro e che per di più è scritto da un tedesco ed è ambientato in Germania (per chi non lo sapesse io sono "tedesca inside", per pura elezione). Il racconto prende l'avvio da una recita in carcere, dove i detenuti organizzano una rocambolesca fuga con il furgone degli attori e, come se il furgone facesse il monaco, diventano magicamente attori sul palco del mondo. Si imbattono in un improbabile paese in cerca di notorietà e con questa scenografia diventano abili imbrovvisatori e si calano nelle parti che vengono loro cucite addosso. 
Una lettura piacevole con un racconto realista, ma costantemente in bilico sul bordo dell'irrealtà: adoro il senso di smarrimento che provo quando la mia mente si atteggia a saputella con i suoi "Questo non è possibile!!!", mentre il cuore è talmente catturato dalla storia da non ammettere intrusioni. Il film "Train de vie" è stata la mia prima esperienza di smarrimento simile e in qualche modo questo libro me l'ha ricordato, pur non avendo lo stesso spessore e non lasciando un marchio così indelebile nella lavagna delle mie sensazioni.
Direi che le ultime pagine valgono la lettura e sono la chiave di volta di tutto il romanzo: si cerca la libertà ovunque, la si raggiunge solo vicino alle persone per cui vale la pena di sacrificarla. PARADOSSO DELLA LIBERTA' SECONDO ME...come ho già detto precedentemente su questi schermi parlando di Franzen

lunedì 18 luglio 2011

Grotta dei giganti e bosco fatato...

Pioggia sì, pioggia no...nel dubbio ieri mattina ci siamo ritrovati a consultare la cartografia della zona per rivedere il piano d'attacco della spedizione domenicale. Abbiamo ripiegato per una meta accessibile e non eccessivamente lontana dalla civiltà: la grotta Camerona. Appena usciti dai centri abitati, qualche spirito del bosco ha trasformato le mie Creature in agili folletti arrampicatori, lanciati alla ricerca della grotta perduta, che mamma e papà non riuscivano a trovare. Una fatina premurosa ha tessuto una verde coperta di muschio per coprire sassi e alberi addormentati e perfino gli uccellini cantavano sottovoce per non disturbare il riposo degli abitanti del bosco; forte è stata la sensazione di essere in un acquario, circondati da alghe, coralli e piccole meduse. 
I miei piccoli folletti hanno trovato, con grandi urla di gioia, la grotta che, mi hanno detto, è sicuramente la casa dei giganti. 
Piano piano per non svegliare il padrone di casa abbiamo esplorato la grotta: peccato che il letto del gigante si trovasse proprio in cima, difeso dalla polvere scivolina su cui nemmeno i nostri superscarponi arrampicatori potevano far presa. Felici per la scoperta ci siamo incamminati per tornare in paese,
ma un mostro apparso sulla nostra via ci ha convinti a seguire le indicazioni della sirena ammaliatrice: LAGO DI TENNO 1 ORA. Gambe in spalla abbiamo percorso il sentiero nascosto, incontrando solo qualche sperduto Cavalier del Rampichino. I due folletti sono stati bravissimi a seguire le tracce dei caprioli (orme e residui digestivi...) e, volando con ali di farfaraccio e impugnando il trifoglio antifatica dei folletti, ci hanno guidati. Abbiamo scovato la casa dei tre porcellini (Frantoio ci ha spiegato che non c'erano perchè il lupo se li è pappati). Abbiamo scoperto il principe degli alberi che invitava a ballare la sua principessa, 
mentre l'albero re li guardava compiaciuto dal suo trono. Abbiamo attraversato le distese impervie del regno di Origano Selvatico e ascoltato i campanelli delle fate; ci siamo imbattuti nelle luccicanti pietre degli gnomi e nei misteriosi animali del Paese Lontano Lontano.
e alla fine i nostri eroici condottieri hanno avvistato il lago di Tenno, con le sue acque magiche colorate dalle scaglie di drago. Un'ultima corsa e la forte tentazione dei folletti bricconcelli: meglio addentare un panino o pescare con i bastoni fatati per cercare di portare a casa qualche pesce?

Finito il pranzo il cielo ha interrotto la sua tregua mandando una pioggerellina fina, ma fastidiosa. Il nostro baldanzoso papino è tornato di corsa a Ballino ed è venuto a recuperare Folletti e Maga Magò in groppa al suo cavallo azzurro. Non ci sono più le principesse di una volta: il cavallo bianco è l'ennesima vittima di un lavaggio sbagliato...


giovedì 14 luglio 2011

Granita al geranio...

Ieri sera mi sono presa secchiate d'acqua, ma per fortuna sono arrivata al coperto prima che il cielo iniziasse a prendermi a sassate...rientrando a casa dopo la riunione non ho potuto far altro che ammirare i miei gerani, accuditi e concimati amorosamente nel pomeriggio, spiaccicati sulla strada. Ho rimandato a questa mattina l'analisi delle vittime nell'orto: dopo aver recitato le litanie per l'insalata, dato l'estrema unzione alle foglie di zucchina e fatto la costatazione amichevole con la rete di protezione dei pomodori ("Mi piego ma non mi spezzo!" ha recitato fiera) abbiamo volto lo sguardo al prato dietro l'orto:

Praticamente un ghiacciaio in giardino...mai vista una cosa simile!
Per fortuna da noi non sono scesi chicchi grossi come a Mori o in Valsugana...

E per fortuna la settimana scorsa ho fatto la formichina e ho messo in salvo le scorte per l'inverno. Ho raccolto la malva e l'ho seccata per far fronte a tutti i malanni.
E' una pianta che amo molto: ce ne sono diverse varietà, con fiori discreti o maestosi, e cresce spontanea ovunque dalle nostre parti. Vista l'utilità di questa pianta, mi piace l'etimologia che molti danno del nome: malum va, il male se ne va. Gli infusi calmano le infiammazioni della gola, aiutano a combattere il catarro, regolano l'intestino e calmano le irritazioni della pelle. Gli impacchi sugli occhi, assieme a salvia e camomilla, sono utilissimi per le congiuntiviti: ora vanno di moda le creme antibiotiche, ma credo che per gli occhi dei bambini sia più salutare la blanda azione disinfettante della salvia e quella calmante della malva e della camomilla quando ciclicamente portano a casa gli "animaletti" domestici della congiuntivite dall'asilo. Mamma maniaca!

Gli scarti che non ho essicato, debitamente tagliuzzati, sono finiti a a pacciamare le piante dei pomodori, così nulla va sprecato e tutto torna utile.


 Per restare in tema di malva, vi faccio vedere un piccolo scorcio del lavoro che ho terminato ieri con i colori malva (in foto sembra azzurro, ma garantisco che è violetto), arancio e bianco. E' una sopresa, per cui fino a settembre non posso farvi vedere il lavoro completo...vediamo se qualcuno indovina di cosa si tratta!

lunedì 11 luglio 2011

Pezzi di memoria...rapiti dal cielo

Ci sono giorni in cui tutto sembra fermarsi, giorni in cui le lacrime non sono amare, giorni in cui il cuore batte e la mente duole...
Giorni in cui si ringrazia Chi ha aperto le braccia, giorni in cui è necessario chiudere le braccia attorno a qualcuno per restare in piedi, giorni come sabato...
Quando ci sono giorni così è naturale aprire un cassetto tutti assieme e schiudere la porta alla memoria per permettere ai bei ricordi di entrare e soffiare via le lacrime. Guardare le foto del cassetto della nonna è come far rivivere un mondo da colorare con la fantasia e lasciarsi rinfrescare da una brezza ricca di vite lontane e di attimi sospesi.
 
 Questa foto ha un fascino particolare...una delle due piccoline è mia nonna (classe 1913 e ancora in buona salute) in braccio ai genitori e in mezzo ai tanti fratelli e sorelle. Quello con i baffoni a sinistra è il nonno di mia nonna. Qui la testa inizia a girarmi, centrifugata dal tempo che passa mescolando le carte in tavola per dar vita a nuovi destini. Rivedo lineamenti conosciuti, espressioni familiari...e mi chiedo cosa c'è di me in questo bianco e nero.

La piccola nonna è cresciuta e nel giro di qualche foto si ritrova in Francia circondata dai quattro figli (la quinta deve ancora nascere). Il piccolo biondino con la pettinatura da principe azzurro (e il vestito da bambolina) è il mio papy, che ha la faccia di Frantoio quando cerca di darmi a bere di essere un angioletto. Ma tanto non ci crede nessuno.





Ecco gli anni '50 e il ritorno in Italia, con una nuova bambina da difendere dal mondo.

Ciao Liliana! Che il viaggio sia dolce e che tu possa ballare lieve e colorare per noi le nuvole con i tuoi pastelli. E soprattutto che tu possa ritrovare le risate improvvise e gli abbracci avvolgenti che ci mancano da troppo tempo...

mercoledì 6 luglio 2011

Storie del buongiorno...

Questa mattina Brugola ha installato il suo teatrino e mi ha invitata a vedere lo spettacolo. Ha messo in scena "Pollicina" e "Giacomino e il fagiolo magico"...iniziare la giornata con la testa fra le nuvole è un buon modo per affrontarla! Il teatrino naturalmente è made by papy e mamy...


 

lunedì 4 luglio 2011

Lassù sulle montagne...

Finalmente le gambe dei miei "creaturi" si sono allungate e rinforzate a sufficienza per tentare qualche piccola sortita in montagna! Ieri abbiamo raggiunto il nostro primo rifugio ed è stato bello passare in quattro nei sentieri che abbiamo percorso in due alcuni anni fa. 2 x 2...una moltiplicazione semplice, ma con un risultato alquanto impegnativo! 
Il rifugio numero uno è stato il Croz dell'Altissimo: ci siamo portati in quota fino a Pradel con la "BIDONERIA" (definiziaone di Frantoio) da Molveno e abbiamo camminato per poco più di un'ora in mezzo al bosco e alle rocce. E' un sentiero poco ripido, ma di grande effetto visto che si trova si una parete rocciosa a strapiombo sulla valle. Arrivati al rifugio abbiamo avuto la sorpresa di trovare un coro che cantava per "I suoni delle Dolomiti": ascoltare "Signore delle cime" in mezzo alle montagne è senza dubbio un'emozione.
Dopo esserci rifocillati (vogliamo parlare della bontà incomparabile dei panini mangiati in montagna?) abbiamo rimesso in spalla gli zaini e siamo partiti per tornare a Molveno (senza bidoneria). Ci abbiamo messo un paio d'ore e devo dire che i bambini sono stati bravissimi: per fortuna abbiamo potuto raccogliere le fragoline di bosco per allietarci il cammino e darci energia e i folletti hanno provvidenzialmente disseminato il percorso dell'ERBA MAGICA ANTIFATICA da tenere nelle manine per scacciare la stanchezza. 
Vi regalo alcune piccole meraviglie a ricordo della giornata memorabile in cui sono tornata alla montagna (visto che lei non è venuta da me!). 
Ed ecco sullo sfondo il lago di Molveno, la nostra meta al ritorno...i bambini stanchissimi si sono proprio guadagnati un giro in giostra e un gelatone. Alla prossima gita!

sabato 2 luglio 2011

Confessioni con delitto...ops...cena di un ragazzo per bene.

No no no...non ci siamo! Vi confesso che ho fatto una macedonia di titoli e ho riassunto così la giornata di ieri.
Dopo le ultime 9 ore di lavoro ho iniziato ufficialmente a godermi le ferie (tecnicamente congedo parentale). I pargoli ci hanno abbandonati (senza nemmeno il minimo sindacale di nostalgia per mammina) per trasferirsi dai nonni due giorni e noi abbiamo approfittato per iscriverci alla Cena con delitto a Castel Campo. Ci siamo trovati immersi in un libro: un libro di favole dal quale è uscito il pittoresco castello, un libro giallo degno di Agatha Christie, un libro di fantascienza da cui ho tratto la mia teoria sul colpevole. Naturalmente non abbiamo vinto, ma solo perchè non c'era un premio per la soluzione del caso più fantasiosa! Gli attori hanno improvvisato interagendo con i partecipanti alla cena e sono stati fenomenali e molto molto simpatici.
Divertiti dall'esperienza vissuta ci siamo incamminati verso la macchina, al buio in mezzo al bosco, sotto un cielo che sembrava venirci incontro con miriadi di stelle. Quello screanzato di un fantasma del castello è un pantofolaio e non si è degnato di uscire dalle sue stanze per salutare la nostra partenza.
Prima di staccare il cervello ho preso in mano il mio libro per leggere le mie solite pagine acchiappasogni. Mi mancavano 50 pagine alla fine e credo di aver fatto l'una perchè non sono riuscita a staccarmi prima di arrivare all'ultima riga. 




La copertina non mi piace molto e forse non è un libro che avrei scelto in libreria senza leggerne la trama. Me lo sono trovato tra le mani per lavoro, perchè ultimamente in biblioteca stiamo seguendo molte piccole case editrici che abbiamo conosciuto alla Fiera del Libro di Torino. Questo libro parla senza ipocrisie e con semplicità della vita di un gruppo di amici gay: so che molti storceranno il naso, so che l'argomento ancora imbarazza. Io credo che siano ancora troppo pochi i libri di questo tipo: libri che mostrino da dentro quello che tanti considerano sbagliato, libri che abbassino un muro per tendere la mano a chi si ritiene portatore di verità universali, libri che senza pretese letterarie tocchino argomenti su cui spesso la gente parla solo per ironizzare. Mi sembra di conoscere il protagonista: un ragazzo che scappa dalla provincia per trovare se stesso, che sta con i piedi per terra anche se fortunatamente non sempre ci riesce, che sbaglia e risbaglia, e qualche volta corregge vivendo ogni momento con entuasiamo. Sì, mi sembra di conoscerlo. Forse lo conosco. Ma certo che lo conosco. Per fortuna lo conosco. E per lui ci sono stata, ci sono e ci sarò. E quando la cronaca parla di omofobia, quando qualcuno fa battute stereotipate, quando sento discorsi moralistici moralmente terrificanti mi sento impotente e vorrei che tutti sapessero che nessuna amica al mio fianco è sopravvissuta ai miei cambiamenti, alla mia vita, dalle medie finora. Solo un Amico, il mio Amico. Che da vent'anni mi sopporta, anche se sono felice, e che non ha un minimo di ipocrisia nel suo cuore. Grazie. A chi ha scritto il libro e a chi lo capirà. E al mio Amico, che in tanti anni ha allargato il mio sguardo...