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lunedì 29 agosto 2011

Extraterrestre portami via, voglio una stella che sia tutta mia

Finalmente sono riuscita a incontrare una delle mie amiche che vedo purtroppo pochissime volte all'anno. Ora che anche lei ha un bimbo, il passare del tempo in cui non riusciamo a vederci è scandito dai centimetri che cadono sulla testa dei nostri figli. 
Per festeggiare il primo compleanno di Leonardo e quello della mamma ho lavorato a due cose nelle ultime settimane.

Un bracciale alla forcella in un colore che adoro: speriamo porti fortuna a Laura per il mercato delle cattedre di domani. Il totocattedra di settembre è un tipico rituale che ciclicamente vede coinvolti femmine e maschi della specie Prof Precarius. Armati di infinita pazienza i Proff Precarii scalano passo passo il monte Graduatoria, sperando di veder riconosciuto il proprio impegno prima del pensionamento con il conseguimento della Cattedra, miraggio di cui tutti parlano, ma che pochi hanno visto. Certo, ho sempre pensato che insegnare fosse una vocazione. Ma spesso mi rendo conto che diventa una vocazione al martirio! Per fortuna l'entusiasmo e la passione sopperiscono a tante mancanze del sistema.
Per Leonardo è arrivato dallo spazio un extraterrestre che ha portato un po' di polvere di stelle per sogni lunghi una vita e un po' di raggi di sole per illuminare la via con la luce dei sorrisi.
Abbiamo passato un bel pomeriggio in mezzo alle bolle dei bambini e alle loro risate, con la serenità delle feste importanti e nel cuore la gioia di ritrovarsi a festeggiare insieme. Come probabilmente ormai sapete non carico mai immagini dei bambini, se non in massa. Per cui dovrete solo immaginarveli!!!

PS: se notate delle differenze dalle foto dei post precedenti non pensate che abbia ricevuto  l'illuminazione del sacro nume della fotografia. Il Tartamarito ha comprato finalmente la reflex e per fargli fare esercizio gli faccio il piacere di sfruttarlo per migliorare la qualità delle mie immagini. Devo strappargli a forza le foto salvandole dal cancellamento. Da quando ha fatto il corso di fotografia si è messo a parlare ostrogoto: focus, elementi di disturbo, alte luci, bilanciamento del bianco, esposizione, filtri...se già prima mi cancellava metà delle foto, ora dovrò difenderle con i denti. Oppure imparare a farle decenti...

sabato 27 agosto 2011

Questo piccolo grande amore...

Stanotte non ho dormito: la notte bianca annuale del ghiro! Non è stata colpa del caldo, ma dell'arrabbiatura. Mi arrabbio raramente fino in fondo, soprattutto con gli estranei, per cui non sono abituata a gestire nodi in pancia, mente offuscata, cuore oppresso.
Penso e ripenso a come avrei dovuto gestire la situazione, a come avrei potuto rispondere (quante risposte brillanti mi invento quando il loro valore ormai è solo carta straccia).
Chiuso "Nuraghe beach", libro senza infamia e senza lode, ho pensato di dare ai pensieri un po' di tregua, curandoli con un balsamo infallibile a base di Fruttero. Applicare con abbondanza sulle escoriazioni, immergere la parte ferita e lasciare che la ricetta segreta a base di parole e umanità rinfreschi l'animo e la mente.
"Ti trovo un po' pallida" è un breve racconto, scritto dal solo Fruttero, pur in simbiosi con il suo Lucentini. Il lettore viene catturato da incongruenze sottili e quasi invisibili, da piccoli e sapienti accenni alla verità, da una realtà che è così irreale e impalpabile da sembrare quasi un sogno. La protagonista resta ai margini di una chiassosa combriccola di turisti snob e inizia a provare fastidio per quello che è sempre stato il suo mondo.
L'intreccio è semplice, spartano, ma Fruttero riesce a rendere ogni parola luminosa e perfettamene in armonia con quelle che la circondano. Ogni frase è un piccolo gioiello di italiana sintassi, inchinata alla maestria dello scrittore. 
Sono di parte...da quando l'ho incontrato (solo nei suoi libri, purtroppo) mi sono follemente innamorata di Carlo Fruttero.. Lui è lo scrittore che cattura con le parole gli attimi che mille volte ho vissuto. Che dà corpo con ironia a situazioni che conosco e a persone che ho incontrato.
Chiuso il libro, ritrovato il mio equilibrio!!!

venerdì 26 agosto 2011

Sarà che noi due siamo su di un altro lontanissimo pianeta...

Oggi ho finito giornata e devo dire che chiudo la porta proprio volentieri.
Tra ragazzini con i gavettoni, parto di nuova newsletter e  utente puzzone delle 18.30 ancora più odioso del solito.
"Lei si arrabbia perchè l'ho fatta lavorare. "
"E' già, scusi sa, non siamo abituati a lavorare noi. "

E se non fossi in un pubblico ufficio se ne sentirebbe un camion...mentre così mi sono limitata a fumare dalle orecchie, a occupare le mani colte da parkinson rabbioso e ad appiccicare in faccia il mio migliore sorriso a 72 denti (quello alla Berlusca per capirci).

Per fortuna poi il sorriso mi è venuto veramente, quando un ragazzino è venuto a chiedere un libro alla mia collega: "So che l'autore si chiama Francesco..." "E' un po' poco...sai almeno il titolo? O il cognome?". "No, però si chiama Francesco." Ah beh...se si chiama Francesco!

Stasera per fortuna mi aspetta una bella chiacchierata con il mio Amico Manuel. 2789° puntata di Manuelful...chissà cosa mi ha combinato questa volta!?!?!?!

martedì 23 agosto 2011

Salsa e merengue

Ho appena finito di pelare, pelare e pelare i pomodori per la salsa che ora cuoceranno per molte ore nei padelloni. E' la seconda giornata annuale del sugo che ci permetterà di affrontare il freddo inverno senza dimenticarci del tutto i colori e i sapori dell'estate.
Sabato ci siamo dedicati alla passata per la pizza, mentre i bambini giocavano (più o meno) tranquillamente nel prato davanti alla vecchia casa di Tavodo.
E nel pomeriggio, quando i piccoli terremoti sono andati a casa a farsi un riposino, la mamma tra una mescolata e l'altra ha avuto il tempo di rilassarsi un po' con la forcella...
 In casa non ho trovato nemmeno una penna abbandonata dal pleistocene, per cui per contare i giri ho dovuto ingegnarmi (lavoro all'uncinetto non ufficiale e top secret...ancora per un po'):
Fare il sugo è una faticaccia, ma alla fin fine si tratta di uno di quei lavori che permettono di rallentare e riprendere contatto con le cose che contano. E poi quando si apre un vaso durante l'anno il lavoro è del tutto ripagato dalla soddisfazione di mangiare qualcosa di semplice e buono!

domenica 21 agosto 2011

Chiare, fresche et dolci acque...

La settimana appena passata è stata finalmente all'insegna del caldo, quindi la Tartamaca ha guidato la sua prole scalpitante verso i freschi prati attorno al laghetto di Nembia (5 minuti di Tartamacchina da casa). Giovedì siamo stati raggiunti da Cinciarella che si è fatta un bel po' di strada per arrivare fino a qui, accompagnata dal suo lavoro a maglia: perchè nessuno dica che a San Lorenzo siamo poco accoglienti, tante tenere vespe hanno dato il benvenuto a lei e alla sua mela, cercando di farsi adottare per andarsene in ferie in val del Chiese. Tra una chiacchiera e l'altra ho portato a casa tante cose (a parte i buonissimi biscotti di farina gialla che sono durati poco in casa mia):
Il titolo di un libro consigliato da una buona bibliotecaria (inutile fingere: uno nasce bibliotecario e non esce più dal tunnel!!!) e scritto dalla stessa su un supporto di fortuna. Mio marito ignaro ieri ha usato la borsa per cui ho dovuto organizzare un'ardita operazione di salvataggio del prezioso titolo. 
Un uncinetto tutto colorato (che ho ammirato tempo fa in una foto del blog di Cinciarella) e dei gomitoli di lana filata a mano. Non ho resistito alla tentazione e appena arrivata a casa ho provato a lavorare questa lana, un po' ruvida e un po' soffice: con l'uncinetto ne è uscito un lavoro irregolare, per cui credo che quella che resta finirà ai ferri (detta così fa pensare che manchino due patate di contorno!).
Su tutto questo una sensazione di tranquillità, grazie anche alla bellezza del movimento di chi veramente sa usare i ferri. Un lavoro che va da sé, con gli occhi che non guardano le mani e la libertà di parlare. Per me, che faccio cadere i punti anche (o solo...) a guardarli e che se mi parlano mentre sferruzzo rovescio i dritti e raddrizzo i rovesci, questa scioltezza ha un contorno quasi magico. Un incantesimo che si chiama passione, allenamento, esperienza e che mi lascia ancora incantata. Come quando ero piccola e ho fatto la mia prima sciarpa con la guida di una maga. Tutta la mia esperienza si è esaurita lì e solo da qualche anno ho ripreso in mano i ferri per accorgermi che mi era stato insegnato quel che bastava per imparare il resto.
E adesso  voglio riuscire anch'io a conversare mentre infilzo la lana con i ferri. Il prossimo post nel secolo venturo!!! Abbiate pazienza...

martedì 16 agosto 2011

Crisi...e inciviltà!

Un post di riflessione, poco estivo e molto arrabbiato, deluso, amareggiato. Ma del resto cosa mi aspetto ancora dalle persone che incontro/scontro? Mi aspetto civiltà e responsabilità? Mi aspetto rispetto e buon senso? ILLUSA!
Ieri stavamo percorrendo la solita strada, quella che mio marito, che stava al volante, percorre da 10 anni 2 volte al giorno per andare al lavoro. Quella che potrebbe fare a occhi chiusi, perchè ormai la macchina può andare con il pilota automatico. Nel bel mezzo di una curva sbuca dall'altra corsia una macchina completamente in mezzo alla strada. Mio marito non è riuscito a schivarla per non andare contro la roccia e così lo specchietto retrovisore è rimasto sulla strada. Incrociamo la polizia municipale, che si è dileguata nonostante la nostra segnalazione, e non ci resta che tornare indietro sperando di incontrare il responsabile. Lo vediamo in lontananza e quando riusciamo a raggiungerlo scopriamo che le macchine sono due, milanesi. Scendono entrambi e mentre quello che ci ha urtati non riusciva a dire altro che "E' la mia parola contro la tua", l'altro ci aggredisce dicendo che lui ha visto tutto e che farà da testimone. Ma vai a Forum a fare il testimone, piccolo venditore di frottole!
Certo che siamo proprio arrivari in basso se per 200 euro di specchietto uno è disposto a testimoniare il falso. A svendere la propria parola per uno specchietto retrovisore. Vista la causa persa (ragionare con chi non vuole ragionare) ho richiamato mio marito in macchina, ho messo da parte la costatazione amichevole e gli ho detto di tenerci il nostro danno. Non si sa mai...rischiava pure di essere investito per ripicca, con i tempi che corrono.
Niente di grave, lo specchietto si aggiusta con poco. Quello che mi lascia l'amaro in bocca è la mancanza di ogni senso di responsabilità delle proprie azioni. L'unica volta che mi è capitato di danneggiare in parcheggio il paraurti di una vecchissima FIAT, ho lasciato un biglietto con il mio numero di telefono e ho risarcito le 100.000 (più di un giorno di lavoro come cassiera con l'Adecco 10 anni fa) che il proprietario dell'auto ha speso (andando al recupero per non farmi spendere di più). L'onestà richiama onestà. 
Forse sono l'unica stupida che non riuscirebbe a convivere con il rimorso di aver fatto un danno e non averlo pagato. A volte ho i sensi di colpa perfino quando le colpe non sono mie!
Come possiamo indicare i politici come autori di ogni male, se l'Italiano medio nega l'evidenza pur di non assumersi la responsabilità delle proprie azioni? Come possiamo chiedere trasparenza se per risparmiare pochi soldi siamo capaci di mentire senza ritegno?
Sarò ingenua, ma per me la politica si fa tutti i giorni: ogni nostra azione rende il mondo migliore o peggiore. 
Per fortuna quell'onesto cittadino ha centrato il mio specchietto e non quello di uno dei tanti tedeschi che affollano le strade. Almeno abbiamo una persona in meno che racconterà all'estero di come gli Italiani siano bugiardi...e navigatori (fuori rotta) e santi (poco). E tralasciamo lo "spaghetti e mafia" che mi irritava quando stavo in Germania.
Fuori tema, ma di poco, segnalo a tutti un nuovo movimento di cittadini che si sono uniti per creare un'alternativa all'annientamento della cultura da parte della politica. Un gruppo che cerca di portare alla ribalta nuove idee e nuovi modi di interpretare la realtà. Se ne avete voglia date un'occhiata al sito di TQ.

martedì 9 agosto 2011

Lana nella testa...la bella lavanderina che lava i fiocchetti!

La scorsa settimana sono stata blog-latitante, ma tutt'altro che disoccupata. Sono rimasta a casa con i bambini e insieme abbiamo fatto un sacco di cose: siamo andati in piscina a Molveno con lo zio, abbiamo visto le palafitte di Ledro, siamo andati a visitare Castel Campo e ci siamo fatti delle grandi giocate al parco. 
Questo post sarà un ammasso di impressioni che voglio lasciare per non perderle.
Anzitutto un libro: prima di andare in ferie la biblioteca ha acquistato "Intorno al mondo con zia Mame" di Patrick Dennis e dopo aver letto con grande divertimento il primo libro non ho potuto fare a meno di inserirlo a catalogo, foderarlo e passare una settimana tranquilla in compagnia di zia Mame.
 
Diffido dei libri molto letti e richiesti perchè mi sembrano mode passeggere. In effetti è passato almeno un anno dall'uscita del primo libro di Dennis prima che mi decidessi a leggerne l'incipit. In quel periodo casualmente stavo preparando la nuova commedia e il mio personaggio è una ex diva del varietà molto molto eccentrica. Forse per questa corrispondenza il racconto mi ha avvinta e non ho potuto districarmene fino alla fine: ho trovato divertentissima questa zia sopra le righe, fuori dalle convenzioni, con un cuore enorme e una capacità assolutamente invidiabile di portare scompiglio nelle piatte vite altrui. Anche questo secondo libro è stato divorato e mi sono ripresa da una settimana di lavoro con alcuni utenti piuttosto indisponenti. Quello delle 18.35 in particolare.
In queste settimane stiamo provando e riprovando la commedia ("Metti, una suocera in casa") che andrà in scena mercoledì per la festa di San Lorenzo e così una ripassata agli atteggiamenti eccentrici mi è proprio servita. Non so se avrò il coraggio di postare qualche foto. Dopo tre mesi dal debutto non ho avuto il fegato nemmeno di guardare le foto in costume di scena...direi che se le vedessi potrei fare come il principe della recita di Brugola, che è scappato spaventato prima di entrare in scena a ballare con Cenerentola.
Dietro questo sipario, una delle emozioni della settimana trascorsa, c'è la mia Brugola nella parte della Topina cavallerizza di Cenerentola. Stare per una volta al di qua del sipario e pensare all'emozione della mia cucciola è stato molto commovente. Lei se l'è cavata benissimo, superando la sua innata timidezza e non dimenticandosi nemmeno una battuta. Talmente fulminea negli inchini che è stato impossibile fotografarla...
La scorsa settimana ho iniziato finalmente un lavoro che avevo in mente da quando, nella gita a Bergamo, ho comprato qualche gomitolo di fettuccia. Ho svuotato l'armadio e ho separato le magliette salvabili da regalare e le magliette da buttare. Quelle da buttare si sono trasformate in fettuccia, immolate per la giusta causa della creazione di una borsa da lasciare sul bracciolo del divano con i miei lavori del momento. Tutto per evitare le sacrosante lamentele di mio marito che non trova dignitoso avere una borsa della spesa perenne sul divano.

Dulcis in fundo la mia grande pazzia. Molto molto eccentrica. Da quando ho avuto per le mani in fattoria la soffice lana d'alpaka, ha iniziato a frullarmi in testa il pensiero di imparare a filare. Cercando in internet ho visto molti filmati, ma non ho trovato niente in zona per poter soddisfare la mia curiosità. Poi il destino (o quello che la mia mente bacata ha visto come destino): sono andata a trovare in val di Ledro una mia ex collega e ho scoperto che suo marito ha le pecore. Non è caduto un fulmine dal cielo quando gli ho chiesto se vende la lana e lui mi ha risposto che la butta via, ma che ne aveva un sacco ancora da buttare. Nessuna campana celeste ha suonato per risvegliare il mio buon senso addormentato. Nessun lampo di genio ha illuminato il mio cieco entusiasmo. "Me ne daresti un po' per favore?" NOOOOOOOOOOOOOOOOOO...
Il destino si è compiuto: tre giorni a lavare lavare lavare. Tre giorni a togliere semi e pagliuzze da ogni singolo fiocco di lana. Tre giorni per avere un misero mucchietto di lana che probabilmente non è nemmeno buona per chiunque abbia un minimo di esperienza (notate che anche Pecorella mi guarda con pietà). 
Ma io sono incosciente e fortunatamente paziente: mi sono divertita un sacco! Prima di tutto anche i bambini hanno paciugato con questo materiale fantastico. Poi ho scoperto il superpotere della lanolina che mi ha lasciato le mani morbide e liscie nonostante le ore di immersione in acqua. Infine ho pensato e pensato e pensato, perchè le mani occupate lasciano il cervello libero di viaggiare. 
Insomma: esperienza che non ripeterò (la prossima volta solo lana tosata appositamente per la lavorazione), ma assolutamente positiva.
Il prossimo passo è trovare le spazzole per cardare (sembra che tutti i negozi della zona abbiano ritirato dal mercato le spazzole per gli animali) e aspettare che il mio pazientissimo marito abbia il tempo di costruirmi un piccolo fuso, visto che non mi fido a metter mano alla ruota della nonna. Non so se funzionerà, ma siccome sono testona all'ennesima potenza devo portare a termine i viaggi che intraprendo.

Forse però devo dar ragione a mio marito che, un po' sorridente e un po' sconsolato, si chiede cosa riuscirò ad architettare quando con l'età i lumi della ragione mi abbandoneranno del tutto.
Del resto è colpa sua se dal mucchio non è riuscito a pescare una moglie nella norma!