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mercoledì 19 settembre 2012

Ma che film la vita

Il calendario dice che i giorni si staccano dal presente uno a uno, l'orologio batte il tempo per ricordarmi che sono tante le cose da fare in ogni momento, il telefono squilla e mi dice che qualcuno ha bisogno di un piacere, vuole vendermi un'enciclopedia sul paramecio o, più raramente, vuole sentire la mia voce per accertarsi che io ci sia. 
Il fine settimana appena trascorso mi ha vista gravitare in un universo parallelo, in cui il telefono non prendeva, il calendario si è suicidato gettandosi dal chiodo e l'orologio ha avuto un infarto con improvvisa sospensione del battito. Questo universo si chiama teatro.
Ho avuto la fortuna di partecipare al seminario di tre giorni organizzato da Stradanova per scegliere la squadra allargata da cui usciranno attori e aiuto registi per l'allestimento di "Sacrificio" ed è stata un'esperienza travolgente.

Prendete una cinquantina di giovani appassionati di teatro, chiudeteli in un teatro, metteteci un talentuoso film maker, due umani registi con grandi capacità di resistenza  e gustatevi l'esperimento sociale che fa impallidire il Grande fratello e tutti i Reality Show di questo mondo. Vi aspettate competizione e rivalità? Ecco invece cosa è successo.

Il tempo è scandito dai respiri, dapprima appesantiti dall'ansia e poi in volo; rintocca nei versi del Re Lear di Shakespeare e nel loro incedere via via più sicuro; batte nello sfogo di un applauso. 
Il tempo si affretta a stringere i nodi di legami tra cuore e cuore, effimeri forse, ma non per questo meno intensi. Fa il tiranno, si rende prezioso, si avvita su se stesso quando è il momento di provare e riprovare lavorando sulle parti.
Il tempo giardiniere passa, annaffiando le capacità di ognuno, potando gli eccessi, concimando i talenti.


Gli attori che sono saliti sul palco domenica non erano più gli stessi di venerdì sera. Prima erano normali ragazzi del nostro secolo. Alla fine sono diventati subdole Goneril, bastardi Edmund, trafelati gentiluomini, accorati Lear, profetici Fool, capaci di trasmettere una vibrazione intensa e senza età. Il tempo passato insieme ha fatto crescere ognuno di noi, senza distinzioni. In questo non importa affatto il risultato. Ognuno di noi si è sentito parte del progetto, ognuno di noi è un ingranaggio fondamentale del meccanismo di "Sacrificio". In questo ho avvertito per la prima volta in concreto cosa sia lo "slow theatre".

In attesa della cerimonia conclusiva del casting, da cui dovevano uscire i risultati, ci siamo trovati finalmente distesi e rilassati a giocare a pallavolo con un pallone rimediato. In quel momento, tra una risata e una pallonata, ho pensato che è profondamente scorretto il luogo comune che vuole che i giovani d'oggi non abbiano più passioni. E' un luogo comune scorretto perchè manca della premessa: se non viene loro dato modo di credere in un sogno, i giovani non hanno passioni. Se gli adulti non trasmettono entusiasmo, i giovani non sono stimolati alle passioni. Se il mondo pretende di farli adagiare sulla normalità, i giovano perdono le passioni.

"Sacrificio" è un progetto da sognatori, da Don Chisciotte che sfida i mulini a vento della spazzatura culturale ammassata dalla società televisiva. I giovani l'hanno seguito d'istinto: più di duecento persone hanno partecipato alle prime selezioni. Allora domandiamoci perchè i giovani non sono attratti dalle filodrammatiche: non possiamo più nasconderci dietro un dito e dire che temono gli impegni. Chiediamoci se offriamo loro il modo di crescere. Chiediamoci se offriamo loro l'opportunità di imparare. Chiediamoci se offriamo loro la possibilità di continuare a sognare.