La biblioteMaira sta leggendo

venerdì 21 ottobre 2011

POSTino di Prostituzione (e protestAzione)

Un post veloce veloce, senza foto solo per dire che esisto ancora. Seguo i blog altrui ma sono talmente presa da mille cose che non trovo mai il tempo per fare delle foto che descrivano quello che vorrei raccontare.
Questa settimana ho iniziato il corso di teatro che desideravo fare da tempo, mi è arrivata tanta lana da filare e finalmente ho collaudato per bene la mulinella. Queste cose aggiunte al monte Stiro, alle prove per la prossima recita, alla lettura di qualche pagina alla sera, alle pulizie d'autunno (ho il sospetto che sia ora di farle: ieri un acaro steso sul divano mi ha chiesto di servirgli l'aperitivo) rendono la mia vita ancor più confusionaria del solito.
Un marasma energetico da cui spero esca qualcosa di buono. 

Intanto vorrei segnalarvi questo articolo: è una storia di normale amministrazione in un'Italia di furbi. C'è in atto (da parte di generazione TQ e spero di altri) un movimento di indignazione contro Politi: io ho scritto la mia mail e molti lo stanno facendo: giancarlo.politi@tin.it . Intasiamogli la posta con le nostre proteste e iniziamo a isolare socialmente quelli che sfruttano il lavoro altrui. E' ora di finirla con gli stage non pagati: l'apprendistato è una risorsa, un contratto tutelato dalla legge. Per imparare una professione con gioia ci vuole anche un minimo ritorno economico. Se chi protesta diventa una "mignotta", mi voglio prostituire prontamente protestando . Per come vanno le cose in questo paese rischio anche di fare carriera!

Ecco la mia mail a questo "Egregio" signore:

Egregio signor Giancarlo,
concordo con lei sul fatto che imparare un lavoro di questi tempi sia fondamentale. Ed è una fortuna trovare sulla nostra strada persone capaci e maestri in grado di trasmetterci il loro sapere.

Si chiama apprendistato e per quanto ne so la legge prevede un contratto d'apprendistato che implica dignità e soddisfazione del lavoratore, prevedendo allo stesso tempo incentivi economici per il datore di lavoro.
Per mantenermi gli studi a suo tempo ho lavorato come apprendista in cava (in cava, non in un pregiatissimo giornale): ho imparato a dividere i sassi, a caricare i camion, a spostare sassi con lo scavatore, a gestire i prezzi e gli ordini. A intrattenere i rapporti con la Germania (in tedesco). Come apprendista prendevo un milione al mese.
Ho fatto la cassiera (apprendista e precaria), ho imparato la pazienza e l'arte di sorridere ai clienti e prendevo 100.000 al giorno. Già, sorridevo ai clienti:  forse ero un po' mignotta secondo i suoi canoni di interpretazione della realtà.
Ho fatto la cameriera (apprendista e stagionale), ho imparato a servire, a creare relazioni (intrattenere le persone...mignotta con i tempi che corrono!), a essere veloce. I soldi che ho portato a casa (comprese le mance) erano una montagna per me.
Ho fatto la commessa (apprendista, interinale) e ho imparato come si espongono le merci (mignotta) e come funziona un negozio. Prendevo 100.000 lire al giorno.
Ho fatto l'insegnante (precaria) e nessuno mi ha insegnato come si fa, ho imparato dai ragazzi e non ricordo quanto venivo pagata perchè non è importante.
Ho fatto per anni la bibliotecaria precaria, sempre appesa a un filo, con grandi maestri e gavetta continua, concorsi su concorsi. Ora ce l'ho fatta, ho il lavoro della vita, quello per cui ho lottato e ho fatto dei sacrifici. Quello che mi ha chiamato e che ogni giorno mi fa alzare dal letto felice. Sono pagata il giusto e lavoro come se gestissi una cosa mia. Perchè mia la sento.
Ho una famiglia e posso permettermelo.

RINGRAZIO IL CIELO PERCHè NELLA MIA VITA HO AVUTO LA FORTUNA DI NON INCONTRARE SCIACALLI CHE SFRUTTANO LA BUONA FEDE E IL LAVORO ALTRUI. PERCHE' HO AVUTO LA FORTUNA DI TROVARE MAESTRI E NON SFRUTTATORI. PERCHE' IL MIO LAVORO E' SERVITO PER PRIMA COSA A ME STESSA E NON SOLO AD ARRICCHIRE QUALCUN ALTRO.

GRAZIE CARO SIGNOR GIANCARLO PER NON AVER MAI INCROCIATO LA MIA STRADA.

Con indignazione
Maira Forti

giovedì 13 ottobre 2011

La ferita della bibliotecaria...

Oggi doppio post. Scrivo in nero perchè sono a lutto per la morte di una buona fetta della mia fiducia nella democrazia. Al momento non ho molto tempo, ma voglio rendere partecipi delle mie sensazioni le persone che hanno voglia di leggere quello che mi passa per la testa. Da tempo seguo con interesse le discussioni del forum di Generazione TQ, un gruppo di lavoratori della cultura che cerca di migliorare lo stato comatoso della cultura nel nostro paese. L'altro ieri era previsto un incontro di letture, parole e immagini presso la biblioteca nazionale per far riflettere sui tagli alla cultura. Tutto era pronto, autorizzazioni comprese, l'invito mi è arrivato perfino dall'Associazione Italiana Bibliotecari, cui sono iscritta. Quello che è successo è scritto in maniera egregia da Nicola Lagioia: leggetelo, vi prego, perchè riguarda ognuno di noi.
La mia reazione di ieri è stata di sconcerto e ho provato a buttar giù due righe per una lettera ai quotidiani locali, che di queste cose generalmente non si occupano.
Se volete queste sono le mie sensazioni di partecipante a distanza: non ho potuto essere a Roma fisicamente purtroppo, ma il mio spirito era lì.

"Ieri si è persa un’occasione. Il dibattito giornalistico è concentrato sul Parlamento che offre un’immagine in cui non voglio rappresentarmi, mentre la cultura viene messa al palo e agonizza senza riflettori puntati.
Ieri una biblioteca, La Biblioteca Nazionale, ha chiuso le porte alla cultura e alle persone e ha deciso di restare uno sterile contenitore di libri, senza accogliere il seme delle idee. Pur non potendo partecipare di persona ho seguito con entusiasmo la fase preparatoria del convegno “Carta batte forbice”  che doveva aver luogo ieri nelle sale della Biblioteca Nazionale (previa autorizzazione concessa e negata all’ultimo minuto) e posso essere testimone della passione e della buona volontà degli organizzatori. L’evento culturale, con letture, recite, pensieri è stato impedito dalla polizia in tenuta antisommossa e  mi domando come una cosa simile sia stata possibile in un paese che mi ostino a reputare democratico. L’invito a partecipare all’evento mi è arrivato da Generazione TQ e dall’Associazione Italiana Bibliotecari, cui sono iscritta. Forse mi è sfuggito qualcosa. Forse TQ è l’acronimo di Terroristi Qualificati e l’AIB è diventata l’Associazione Italiana Bombaroli. Forse gli operatori culturali (scrittori, editori, giornalisti, librai, bibliotecari, insegnanti, attori , et cetera) sono degli eversivi, dei ribelli, degli antisociali. In effetti il fatto di usare la mente in un mondo dominato dal Grande Fratello ha in sé un certo contenuto eversivo; il cercare di utilizzare spazi ufficialmente riservati alla cultura per scambiarsi delle idee intelligenti ha un’intensa carica di ribellione contro una politica che ha perso la P maiuscola da molti anni; l’impegno di un gruppo di persone che, a titolo del tutto gratuito, si sono date da fare per un evento in difesa della cultura ha un aspetto antisociale di follia allo stato puro in un mondo in cui il Dio denaro impera.
Da bibliotecaria sono sconcertata dal fatto che ieri il Manifesto IFLA/UNESCO per le biblioteche sia diventato un foglio svuotato di significato. Non dimentichiamo quel che c’è scritto: “La libertà, il benessere e lo sviluppo della società e degli individui sono valori umani fondamentali. Essi potranno essere raggiunti solo attraverso la capacità di cittadini ben informati di esercitare i loro diritti democratici e di giocare un ruolo attivo nella società. La partecipazione costruttiva e lo sviluppo della democrazia dipendono da un'istruzione soddisfacente, così come da un accesso libero e senza limitazioni alla conoscenza al pensiero, alla cultura e all'informazione.”
Come moderni don Chisciotte continuiamo a credere che sia doveroso lottare contro i mulini mossi dal vento delle vuote chiacchiere, delle polemiche sterili e della violenza verbale. Mulini eretti sulle macerie dei partiti e sulle fondamenta quasi definitivamente rase al suolo della televisione di qualità. La mia generazione, quella dei trentenni a suo tempo definiti bamboccioni, quella dei precari che sono la vergogna del paese, deve riprendere in mano la Politica, quella con la P, partendo dalla cultura che della Politica è figlia prediletta."

Vita

Quando un bambino trova la via per questo mondo, il cuore si riempie sempre di gioia. Appena ho saputo che il bambino/a dei nostri amici era in viaggio ho pensato di accompagnarlo con un viaggio di mani e punti alti. La lavorazione della copertina è stato un modo per mandare tanti pensieri positivi al piccolo miracolo che stava crescendo: gli ultimi punti, per scrivere il suo nome, sono nati dopo di lui. I colori hanno un significato, che spero accompagni la sua vita: arancio come l'entusiasmo e l'ottimismo, da portare avanti con la purezza del bianco e con il viola di una mente pronta e viva.
Alla copertina ho unito le scarpine che Cinciarella ha lavorato mesi fa...quando le ho comprate non sapevo nemmeno che il bimbo sarebbe nato! Con le visualizzazioni nuove di blogspot non riesco a recuperare il post dove c'era la foto delle scarpine, per cui dovete lavorare di fantasia!
Siccome non posso fare torti ho pensato a qualcosa anche per la sorellona grande (amica dalle fasce della mia Brugola). Ho cercato di lavorare una bambolina con pannolino e berrettino: il modello era bellissimo, il risultato, a essere obiettivi, un po' meno. Immagino che nessuno avrà la finezza di immaginare che la seconda foto non è scattata dal Tartamarito.


venerdì 7 ottobre 2011

Frantoio dixit...

Ritornando dall'asilo e vedendo le cataste di legna nel cortile del nostro vicino, Frantoio in piena fase dei PERCHE': "Mamma, perchè il MULINO ha portato tutta quella legna?"
 
Quanto amo la ferrea logica grammaticale dei bambini...ogni volta mi affascina vedere come la loro mente metta insieme i tasselli per costruire plausibili alternative linguistiche!