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lunedì 1 agosto 2011

Montagne e storie (balorde e divertenti)

 Sabato ho portato i bambini al primo festival del racconto a Montagne. Ci siamo catapultati nel villaggio delle storie per scoprire che il villaggio era ancora da costruire. Adulti e bambini si sono dati da fare come dei solerti muratori: a noi mancava il papà con la sua precisione e con i suoi calcoli statici, però siamo riusciti comunque a mettere insieme una solidissima tenda indiana. Frantoio, che non difetta di senso pratico, si è preoccupato che ci fossero un divano e una cucina (il che la dice lunga sulle sue preferenze: dormire e mangiare!). Quando il villaggio ha preso forma, i cantastorie hanno riempito le case con i loro racconti, prendendoci all'amo con le loro parole
Ci siamo poi inoltrati per una lunga passeggiata nel bosco accompagnati dagli spiriti del racconto che ci hanno regalato l'emozione di ascoltare brani tratti da "Le città invisibili" del mio adorato Calvino. 
Ogni cinqe minuti di camminata trovavamo un piccolo racconto ristoratore e così siamo arrivati in un teatro naturale: una radura in mezzo al bosco il cui fascino ha fatto da cornice perfetta alla narrazione. I bambini hanno fatto amicizia con i grilli e io credo di aver trovato Flick, il fido compagnio dell'ape Maia, intento ad ascoltare le stranezze dell'umanità.

L'ultima storia è quella del libro che ho finito di leggere ieri (in versione e-book): "La storia balorda " di Marco Ballestracci.
 
Si tratta di un cilindro magico da cui spuntano racconti, come perle legate da un filo invisibile. Storie in cui i protagonisti si passano il testimone per lasciare il lettore a bocca aperta davanti alle grandezze dell'uomo, sia nel bene che nel male. Dominano gli eroi dello sport, quelli che hanno compiuto imprese rimaste nella memoria, le cui vite sono cucite indissolubilmente con quelle degli antieroi, l'umanità corrotta dalle ideologie e dalla storia sordida. Gli eventi della storia  (le dittature, la guerra, i desaparecidos...) sono lo spartito su cui l'autore scrive delle note apparentemente diverse e slegate, ma che alla fine, unite nella mente del lettore, formano una melodia. Una musica a tratti stridente e odiosa, altre volte soave e allegra: una musica che è la storia che spesso non conosciamo, ma che ha lasciato traccia dentro ognuno di noi.
Da leggere per chi ama lo sport e per chi vuole avere un'idea di una parte della storia del secolo concluso.

3 commenti:

  1. ciao Tartamaca
    grazie per la visita. Ti auguro di trascorrere delle meravigliose vacanze nella splendida Sardegna!!! a presto Patrizia

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  2. Questo post fa proprio venir voglia di leggere il libro... Grazie Lara

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