La biblioteMaira sta leggendo

giovedì 13 ottobre 2011

La ferita della bibliotecaria...

Oggi doppio post. Scrivo in nero perchè sono a lutto per la morte di una buona fetta della mia fiducia nella democrazia. Al momento non ho molto tempo, ma voglio rendere partecipi delle mie sensazioni le persone che hanno voglia di leggere quello che mi passa per la testa. Da tempo seguo con interesse le discussioni del forum di Generazione TQ, un gruppo di lavoratori della cultura che cerca di migliorare lo stato comatoso della cultura nel nostro paese. L'altro ieri era previsto un incontro di letture, parole e immagini presso la biblioteca nazionale per far riflettere sui tagli alla cultura. Tutto era pronto, autorizzazioni comprese, l'invito mi è arrivato perfino dall'Associazione Italiana Bibliotecari, cui sono iscritta. Quello che è successo è scritto in maniera egregia da Nicola Lagioia: leggetelo, vi prego, perchè riguarda ognuno di noi.
La mia reazione di ieri è stata di sconcerto e ho provato a buttar giù due righe per una lettera ai quotidiani locali, che di queste cose generalmente non si occupano.
Se volete queste sono le mie sensazioni di partecipante a distanza: non ho potuto essere a Roma fisicamente purtroppo, ma il mio spirito era lì.

"Ieri si è persa un’occasione. Il dibattito giornalistico è concentrato sul Parlamento che offre un’immagine in cui non voglio rappresentarmi, mentre la cultura viene messa al palo e agonizza senza riflettori puntati.
Ieri una biblioteca, La Biblioteca Nazionale, ha chiuso le porte alla cultura e alle persone e ha deciso di restare uno sterile contenitore di libri, senza accogliere il seme delle idee. Pur non potendo partecipare di persona ho seguito con entusiasmo la fase preparatoria del convegno “Carta batte forbice”  che doveva aver luogo ieri nelle sale della Biblioteca Nazionale (previa autorizzazione concessa e negata all’ultimo minuto) e posso essere testimone della passione e della buona volontà degli organizzatori. L’evento culturale, con letture, recite, pensieri è stato impedito dalla polizia in tenuta antisommossa e  mi domando come una cosa simile sia stata possibile in un paese che mi ostino a reputare democratico. L’invito a partecipare all’evento mi è arrivato da Generazione TQ e dall’Associazione Italiana Bibliotecari, cui sono iscritta. Forse mi è sfuggito qualcosa. Forse TQ è l’acronimo di Terroristi Qualificati e l’AIB è diventata l’Associazione Italiana Bombaroli. Forse gli operatori culturali (scrittori, editori, giornalisti, librai, bibliotecari, insegnanti, attori , et cetera) sono degli eversivi, dei ribelli, degli antisociali. In effetti il fatto di usare la mente in un mondo dominato dal Grande Fratello ha in sé un certo contenuto eversivo; il cercare di utilizzare spazi ufficialmente riservati alla cultura per scambiarsi delle idee intelligenti ha un’intensa carica di ribellione contro una politica che ha perso la P maiuscola da molti anni; l’impegno di un gruppo di persone che, a titolo del tutto gratuito, si sono date da fare per un evento in difesa della cultura ha un aspetto antisociale di follia allo stato puro in un mondo in cui il Dio denaro impera.
Da bibliotecaria sono sconcertata dal fatto che ieri il Manifesto IFLA/UNESCO per le biblioteche sia diventato un foglio svuotato di significato. Non dimentichiamo quel che c’è scritto: “La libertà, il benessere e lo sviluppo della società e degli individui sono valori umani fondamentali. Essi potranno essere raggiunti solo attraverso la capacità di cittadini ben informati di esercitare i loro diritti democratici e di giocare un ruolo attivo nella società. La partecipazione costruttiva e lo sviluppo della democrazia dipendono da un'istruzione soddisfacente, così come da un accesso libero e senza limitazioni alla conoscenza al pensiero, alla cultura e all'informazione.”
Come moderni don Chisciotte continuiamo a credere che sia doveroso lottare contro i mulini mossi dal vento delle vuote chiacchiere, delle polemiche sterili e della violenza verbale. Mulini eretti sulle macerie dei partiti e sulle fondamenta quasi definitivamente rase al suolo della televisione di qualità. La mia generazione, quella dei trentenni a suo tempo definiti bamboccioni, quella dei precari che sono la vergogna del paese, deve riprendere in mano la Politica, quella con la P, partendo dalla cultura che della Politica è figlia prediletta."

3 commenti:

  1. Sono d'accordo e sottoscrivo tutto. Sono contenta tu che sappia esprimere così bene il tuo pensiero che è anche il mio.

    RispondiElimina
  2. Nel "Global Press Freedom Rankings" 2010 l'Italia risulta "partly free" (ben inteso quindi non "free") al 33° posto a parimerito con Benin, Honk Kong e India, dopo paesi come Sud Africa e Tonga. Non credo ci sia molto altro da dire...come si dice dalle mie parti "a suma bin ciapà..."
    se vi interessa
    http://freedomhouse.org/images/File/fop/2010/2010global_regional_ranking_tables.pdf

    RispondiElimina
  3. Ho letto l'articolo di Lagiola. Che dire, fra poco i libri li bruceranno? Laura

    RispondiElimina