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sabato 14 gennaio 2012

Vanitas ed esistenza...

In queste settimane sono rimasta sospesa in un mondo parallelo: ho imparato tante cose di me e degli altri, ho cardato pensieri, ho filato avvenimenti, ho intessuto trame. Ho creato qualcosa, dei piccoli oggetti pieni di domande e di risposte, con tutti i colori della primavera. Ho assistito a spettacoli e a manifestazioni, a incontri, a scontri, a lontananze che si avvicinano per poi perdersi nella distanza non compresa. Un periodo ricco come un campo appena seminato; ricco in potenza, ricco in profondità senza che nessuno possa immaginare se ci sarà un raccolto e come sarà. Nessuno sa se il sole sarà abbastanza forte, se la pioggia accarezzerà le foglie, se la grandine resterà nelle nuvole.

Giovedì ho partecipato a una performance al Centro Teatro: "Vanitas" con Barbara Stimoli. L'emozione ha tolto il tappo alla mente, il cuore si è sintonizzato sulla frequenza dei movimenti, gli occhi si sono riempiti di vanità e verità. Poche cose nella vita non sono corruttibili dalla vanitas, poche cose sono fondamentali e determinano il nostro modo di stare al mondo. Poche cose. Le ho contate. Poche, ma enormi. Poche, ma vitali. Poche e inconfondibili. 

Oggi è un giorno difficile. I miei bambini hanno avuto per la prima volta coscienza del fatto che nulla è eterno. Il canarino che è con noi da più di dieci anni ha deciso di addormentarsi e proprio i bambini, che tutte le mattine vanno a salutare lui prima di venire da noi, lo hanno trovato. Non ci sono stati drammi, perché da tempo spiegavamo loro che lui era vecchio. Però domande, un fiume di domande candide con dentro tutto il mistero della vita e della morte. Domande esistenziali, domande che battono le ali nelle loro testoline rimescolando le foglie dei loro pensieri. Tristezza, consapevolezza pungente, senso pratico strabiliante. Si tratta di un evento molto piccolo, all'apparenza, ma credo sia un punto di non ritorno, una perdita della fede che tutto quello che gira intorno a loro possa durare per sempre. E poi l'elaborazione di una soluzione, da parte di Brugola: "Adottiamo due canarini, così la femmina fa le uova e nelle uova ci sono altre femmine che quando sono grandi fanno altre uova. Così il nostro canarino resta sempre con noi." E non ha nemmeno studiato filosofia per capire il concetto di eternità...
Ho fatto difficoltà a spiegare che il canarino è arrivato a casa nostra tanti anni fa, ma che gli animali non si comprano e che devono vivere liberi dove possono farlo senza essere rinchiusi in una gabbia. 

Per condire la tristezza con un pizzico d'ansia, questa sera si recita. Una sostituzione dell'ultimo minuto, che vuole scacciare ogni pensiero a suon di battute da incidere nella memoria. Se nulla arriva per caso, accetto anche questo come qualcosa che darà frutti positivi. 

Spero che il prossimo post sia un po' più allegro e meno noioso. Oggi andava così...
 

2 commenti:

  1. sono molto d'accordo con te sul fatto che tutti gli animali devono vivere liberi e non in gabbia , solo che le persone sono talmente egoiste che vogliono vederseli lì davanti e poterli accarezzare ,che preferiscono rinchiuderli nelle gabbie ! io non l'ho mai fatto e mai lo farò in vita mia, anche se in ognuno di noi c'è sempre il desiderio di possedere qualcosa ... ma non è giusto per loro, poverini !

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